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Non solo tifo, non solo i social, ma un vero e proprio esperimento sociale. Un progetto che porta la firma di Giacomo Carolei, comico, ma anche attore, diventato popolare sul quel web che ha studiato a lungo. Una carriera basata sugli sketch, prima al mare, poi in discoteca e in tanti altri luoghi: situazioni di vita comune trasformati in risate grazie al suo umorismo, condito dalla cadenza toscana. L'esperimento parte da lontano, come racconta nell'intervista esclusiva ai nostri microfoni, de ilBianconero.com: 

Com'è iniziata la carriera e questo progetto, che possiamo definire sociale?
"Prima di buttarmi sul web facevo televisione, facevo l'attore e il cabarettista nelle serate, il mondo classico per chi vuole far ridere. Poi, non essendo nativo digitale, ho scoperto il web, dove ognuno poteva esprimersi senza dover passare da provini e cose, politici e il resto... ho detto basta alla televisione, se ci arriverò lo farò con il web. E ho cominciato ad investire su Facebook principalmente, perchè è la piattaforma migliore per fare i video. Ho sperimentato tanto, qualcuno è andato malissimo, altri meglio e poi dopo mi è venuta l'idea di usare l'odio che le persone hanno per la Juve. Prima di tutto per mandare un messaggio alle persone, perchè comunque il fatto che una persona non possa passeggiare con la maglia della Juve - potrebbe succedere anche con altre maglie, ma la Juve resta la più odiata - nel 2018 anche basta, non è normale". 

Perchè proprio da Firenze?
"Vivendo a Prato, essendo cresciuto vicino a Firenze e all'odio che hanno per la Juve ho pensato: 'E' ancora così? Perchè dovrei aver paura a mettermi la maglia della Juve in zona Firenze'. Così mi sono buttato in curva Fiesole ed è stato un esperimento, il primo... infatti sono dovuto scappare, oggi non scapperei così, lo farei in altre forme".

Firenze non è stata l'unica fuga, però...
"E' successo anche a Genova di dover scappare così. Quando mi metto la maglia della Juve io non ho paura di niente e nessuno, non so perchè. Sarà perchè comunque mi fido tanto della GoPro e del buonsenso di tutti, penso anche di far paura io a loro, visto che verranno ripresi, ma io quando metto la maglia della Juve sono pronto a tutto. A Genova, con chili di incoscienza mi sono infilato in una strada di ultras sampdoriani, ai quali non ho detto nulla. Non insulto mai, chiedo soltanto il gesto di pace. Quelli che erano lì a bere non l'hanno presa poi così male, nel senso che mi dicevano solo di andare via. A un certo punto è partito uno, con cui io non avevo neanche parlato, una bestia di 2 metri tutto coperto con occhiali e sciarpa per non farsi riconoscere, con fare minaccioso e mi ha seguito. Io nel frattempo, correndo più veloce di lui, mi ero allontanato dalla via e ho chiesto aiuto alla Polizia Municipale, un po' per lo spettacolo, ma anche perchè ho avuto molta paura".

E com'è finita?
"La Polizia mi ha risposto: 'Eh ma se hai la maglia della Juve fatti tuoi...', e quindi non mi rimaneva altro che arrivare a Piazzale Marassi dove avevo la macchina e dove la mia ragazza mi stava aspettando. Saranno circa 700 metri, ho corso fino alla macchina, togliendo la maglia della Juve, perchè a questo punto era meglio così. Arrivo alla macchina e metto le cose sui sedili dietro, poi salgo e faccio per chiudere, ma mi trovo questo scemo che mi blocca con fare minaccioso, dicendomi di dargli tutto, GoPro, schede, ecc. Io ho cominciato ad urlare, la mia ragazza anche. Sono arrivate delle persone che gli hanno detto di lasciarci stare. Lì, sono riuscito a chiudere lo sportello, anche se lui ha preso la maglia dal sedile posteriore, era molto contento, e poi ha iniziato a prendere a calci la macchina. A quel punto sono riuscito ad andare via. Non ha picchiato anche me solo perchè non ho reagito e non sono sceso dalla macchina, ma ho chiesto aiuto. Se fossi sceso in modo minaccioso...".

Le città più importanti in Italia sono state passate al setaccio: come si evolverà questo progetto?
"Eh, una bella domanda. Io credo di essere già arrivato a qualche coscienza e quindi il mio obiettivo in qualche modo l'ho raggiunto. Non voglio cambiare il mondo, perchè tanto non lo farò mai. Ma se qualche ragazzo viene su in modo più calmo, capendo che siamo a giocare a pallone, non a fare la guerra. Se posso essere d'esempio a qualche ragazzo, ecco che ne sono contento. Per quanto riguarda la mia professione, io spero che qualche programma tv si accorga delle mie capacità di cretino e mi affidi un programma sul calcio, anche per continuare".

Ma questa mentalità ultras si sta sciogliendo o è ancora viva?
"Gli ultras ci saranno sempre, non hanno niente a che vedere con il calcio, ma nessuno cambierà le cose. Forse solo tra qualche generazione, quando i tifosi saranno quei ragazzi che passano la vita sui computer e non nella vita reale, forse, ma solo forse, si cambierà un po'. Ma è difficile. La domanda da porsi è 'Ai ragazzi interessa ancora il calcio o solo la Playstation?'. Se non vanno allo stadio è pechè vogliono fare altro, non perchè si è cambiata la mentalità. Allo stadio non ci sono modelli seri, io vedo a Firenze i bambini di 8 anni a cui viene insegnato subito a dire: 'Juve merda'. Non ce la faremo mai ad estirpare la violenza dagli stadi, o chiudono le curve, che sono il problema, o niente. Ma è tutto un cane che si morde la coda, perchè poi le società investono sui delinquenti per far seguire la squadra".

I follower hanno scoperto solo con gli ultimi video la passione per la Juve, come hanno reagito? Qualcuno insulta, altri invece sembrano più sereni...
"Quando uno fa i video su Facebook c'è una linea da rispettare, come nei giornali. Nei video in spiaggia non offendi nessuno, non offendi le fedi calcistiche, che in Italia sono intoccabili. Io ho sempre puntato sulle battute, sullo stile mio che però era ancora quello vecchio, dei teatrini. Le battute non danno fastidio, per quelle non se la prende nessuno, anche se posso essere più o meno simpatico, ma non smuovono le masse, non se ne va nessuno. A un certo punto ho cambiato e mi sono buttato sul calcio, lì molti follower se ne sono andati. Sono toscano e quindi molti sono della Fiorentina, loro possono scherzare sui morti della Juve ecc, mentre noi non possiamo fare nemmeno una battuta sul perchè non vinceranno mai. Ho raccolto un pubblico che prima non mi conosceva, ma tanti li ho persi perchè il calcio divide. E' la loro ossessione e quindi non gli interessa più nemmeno che io faccia i video vecchi, per cui mi seguivano. Io mi sono schierato, avrei potuto fare una cosa più furba e mescolare, ma sarei stato solo un buffone. Sarebbero stati video da youtuber qualsiasi, e non un esperimento anche da tifoso vero".

Nella nostra gallery tutte le avventure di Carolei.