Lo schema romanesco del “dove cojo, cojo”, sempre attuale nei confronti della Juve, questa volta non ha funzionato. Dopo il 3 a 0 rifilato a Torino, restava sempre la speranza dell’ asfaltatura al ritorno, dove sarebbe rientrato Busquets “essenziale all’equilibrio del Barcellona, e poi il campo più largo avrebbe fatto la differenza e poi se la Juve soffre al San Paolo potete capire cosa accadrà al Camp Nou.” E avanti così, fra l’attesa d’una remuntanda (blaugrana) e l’asfaltatura (juventina). Purtroppo per loro i sogni negativi verso la Juve, si sono trasformati in fastidiosa realtà, che non offre alcun appiglio né a lamenti, né a teorie del complotto, due cose assai care ai sostenitori giallorossi.
Invece no. Invece stavolta si ostenta l’indifferenza un po’ ipocrita e un po’ dolorosa di chi, abituato da sempre a dar contro soprattutto per giustificare se stesso, fa finta di niente. I romanisti, durante la partita, hanno urlato due o tre 'noooo' in occasione dei cross sbilenchi di Neymar o dei rasoterra di Messi, a due metri dai pali della porta di Buffon, poi hanno bonfochiato un “li avete incartati” e sono andati tristemente a letto.
Peccato per loro, trovarsi costretti a fischiettare sulla propria mediocrità, ormai preoccupati di salvare la stagione vincendo il derby con la Lazio. No, sbaglio. La stagione la possono ancora salvare in ben due occasioni: ci sono ancora una semifinale e una finale. Della Juve, naturalmente.