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Non sono pazzo. Sono semplicemente ottimista. Anzi, di più. Sono convito di essere consapevole. E allora dico benvenuto Barcellona per quella che sarà la resa dei conti. Posso anche capire tutti i tifosi della Juventus i quali, quando Ian Rush ha estratto dal bussolotto i nomi delle due squadre che “tremare l’Europa fanno”, avranno sicuramente odiato l’ex “baffo” bianconero seppure incolpevole per quella accoppiata. Volti scuri o comunque perplessi nella sala di Nyon. Quello di Zibi Boniek il più stralunato di tutti perché, nei suoi pronostici di vigilia, non ne aveva azzeccato uno.

Personalmente e magari controcorrente prima mi sono fatto una bella risata piena di soddisfazione e poi uno “spritz” moderatamente alcoolico per brindare a ciò che era stato e, soprattutto, a quello che sarà. In alto il calice e una frase molto semplice a corredo “Sia fatta la volontà di Buffon”. Prosit. Era stato, infatti, proprio il portierone che domenica festeggerà l’ennesimo record al Ferraris di Genova contro la Samp ad augurarsi che non dovesse essere il Leicester l’avversario del prossimo round di Champions ma, semmai, il Barcellona. La sorte lo ha accontentato. E ci sono valide ragioni per essere soddisfatti anziché dubbiosi sul futuro prossimo della Juve in Europa.

Intanto, come autentici sportivi innamorati del gioco del pallone quando è in grado di esprimersi sui livelli di eccellenza, dobbiamo prendere atto con piacere che il mese di aprile ci offrirà l’occasione di vivere una storia in due puntate dal sapore leggendario. Una sorta di duello contemporaneo ispirato alla mitologia più classica quando gli Dei dell’Olimpo si sfidavano tra loro. Il meglio dello show che si possa sperare di avere sui nostri piccoli schermi di teleabbonati. Ma, tranquilli, non si tratterà del biblico confronto tra il giovane Davide e il gigante Golia. Batman contro l’Uomo Ragno, semmai. Con armi alla pari e, logicamente, con identica possibilità di successo. L’attacco più forte e devastante di Europa opposto alla difesa più solida e rocciosa dell’intera Champions. Messi, Neymar e Suarez con addosso l’ombra di Chiellini, Bonucci e Barzagli. Eppoi, soprattutto, con di fronte la muraglia in marmo carrarino di Buffon.

Fossi in loro, nei campioni catalani, qualche preoccupazioncina l’avrei e sicuramente dovrà essere molto bravo il loro allenatore Luis Enrique nel far scordare ai suoi giocatori l’impresa incredibile della remuntada recente contro i francesi. Perché se è vero che, dovendo giocarsi la prima partita allo Stadium, anche un quattro a zero per i bianconeri potrebbe non  bastare è altrettanto certo che la Juventus non è il Paris Saint Germain e che l’Uefa invierà anche per la gara di ritorno un arbitro in grado di svolgere il suo compito al di sopra di ogni sospetto.

Non basta questo, naturalmente, per spiegare l’ottimismo. Intanto a garanzia di un controbilanciamento del peso specifico che distingue l’attacco catalano dobbiamo mettere sul piatto bianconero della bilancia Dybala, Higuain, Mandzukic e Cuadrado al netto di un elemento che, a conti fatti, potrebbe rivelarsi fondamentale: la fame. Quella vera. Quella che i blaugrana non possono provare in maniera intensa come i bianconeri. Quella con l’iniziale maiuscola la quale, alla vigilia del sorteggio, ha spinto lo stesso Dybala ad annunciare senza il timore di apparire sfrontato che lui avrebbe voluto affrontare subito il Barcellona. Eccolo accontentato, come il suo capitano Buffon. Infine, per sigillare la busta da spedire a Barcellona con l’imprimatur dell’ottimismo, sono convinto che a pesare in maniera nevralgica sarà il desiderio della resa dei conti rispetto ad una lunga storia tra Juventus e Barcellona che arriva da lontano.

Da quella notte in cui, si giocava al Delle Alpi, il popolo del calcio vide Roberto Baggio a centro campo, da solo e in ginocchio piangere come un bambino. Gigi Maifredi gli aveva caricato sulle spalle l’intera Juve. Lei aveva lottato come un leone e forse come mai in tutta la sua carriera. Ma aveva vinto il Barcellona. Come a Berlino, tre anni fa, con Allegri in panchina. Un bis che il tecnico livornese non vorrà concedere. Saranno due partite speciali anche per lui. Dopo il Barca, verosimilmente, il terreno verso la finale di Cardiff sarà spianato. E, dopo che la Juve avrà preso per le grandi orecchie la Coppa, il conte Max potrà andarsene felice e orgoglioso.