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La battaglia finale è cominciata. E da Napoli hanno già fatto intendere che, stavolta, non hanno nessunissima intenzione di mollare, bensì di giocarsela fino in fondo. Il duello scudetto coi savoiardi sarà all'ultimo sangue e senza esclusione di colpi, dentro e fuori dal campo, e verranno utilizzate armi convenzionali e non.

Tanto per far capire a quelli di Torino l'aria che tira, il primo missile l’ha sganciato niente meno che il procuratore federale Giuseppe Pecoraro. Avete letto bene: il capo della Procura sportiva nazionale. Uno si domanda, cosa c'entra in questa disfida pallonara un organo terzo come appunto il procuratore Figc? Semplice: Pecoraro è di Palma Campania e tifa Napoli, e come tutti i tifosi del ciuccio detesta la Juventus e gli Agnelli.

Un'antipatia affiorata in modo nitido proprio nel recente deferimento del club bianconero e del suo presidente per la nota vicenda biglietti-N'drangheta, dove Pecoraro è ricorso all'uso di prove assai discutibili (una intercettazione falsa, ndr) nell'intenzione di inchiodare Andrea Agnelli alle proprie responsabilità, chiedendone la squalifica per 2 anni. Gli è andata male, poiché la Corte federale si è limitata ad elevare solo una multa al presidente della Juventus FC. Ma lui, imperterrito, ha deciso di proseguire la sua battaglia, presentando ricorso. 

E per dimostrare alla Juventus il proprio celodurismo campano, ha ora segnalato al giudice sportivo l'episodio di Cagliari-Juventus che ha preceduto il vantaggio bianconero: il braccio teso di Benatia sul volto di Pavoletti. Episodio su cui tutta Italia ha urlato allo scandalo per il mancato ricorso al Var e conseguente annullamento del gol da parte dell'arbitro Calvarese. Una sollevazione di popolo alla quale Pecoraro si è subito accodato, sfruttando l'arcinoto "sentimento popolare" che tempi addietro risultò molto utile per fregare Madama.

Per carità, un procuratore ha tutto il diritto – e il potere – per segnalare ciò che vuole al giudice sportivo, però prima di farlo dovrebbe almeno consultare il regolamento e sapere che ogni richiesta di prova tv può essere accolta solo se l'arbitro non ha visto l'episodio. In questo caso, Calvarese ha scritto sul referto di averlo visto eccome e di avere concesso il vantaggio al Cagliari, che non ha saputo sfruttarlo. Quindi, niente prova tv e nessuna squalifica di Benatia. Non posso però credere che un procuratore federale sia cosi sprovveduto da presentare richieste di questo tipo senza conoscere i regolamenti, e cioè che non si possa chiedere l'applicazione della prova tv quando un arbitro mette a referto di aver visto, e quindi giudicato, un'azione (come appunto avvenuto a Cagliari).

L'impressione è che Pecoraro voglia semplicemente fare casino per il gusto di farlo, mestare nel torbido per vedere l'effetto che fa e, soprattutto, innervosire quelli di Torino. Col benestare degli stessi componenti della Federazione, insieme a quelli dei presidenti della Lega Serie A. Avete, per caso, registrato qualche reazione indignata da parte di lor signori, cosi come dalla sede di via Allegri in Roma? In genere, chi tace acconsente. Tanto più se i bersagli sono la Juventus e il suo presidente.

Il mio è vittimismo? E’ faziosità allo stato puro? No, fatti. Tra l'altro molto gravi, ma su cui nessuno dice nulla. Significa che a Figc e Lega sta bene cosi, altrimenti Pecoraro sarebbe già stato rimosso. Attendo smentite, che temo non arriveranno. Immagino invece che, al di là della reazione di pochi colleghi, qualcun'altro abbia recapitato - in forma privata - i propri complimenti al procuratore. Un sospetto alimentato dalla posizione assunta soprattutto a Napoli o da giornalisti campani subito dopo i fatti di Cagliari, vedi in Rai, nella redazione de Il Mattino o in quella del Roma.

Una sollevazione generale che da l'idea del clima nel quale vivremo - da qui a fine maggio - il duello scudetto tra Napoli e Juve. Tra "buoni" e "cattivi", tra "bene" e "male". Perché se tifi Napoli ami il calcio, se stai con la Juve "non meriti di vivere" (cit.) Forse come Matuidi, bersagliato da pesanti insulti razzisti proprio a Cagliari, riguardo ai quali il procuratore federale si è guardato bene di intervenire, aprendo magari un’indagine. Che gliene frega, Matuidi gioca nella Juve, mica nel Napoli. Si fosse chiamato Koulibaly, allora…