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Beppe Marotta compie oggi 60 anni e festeggia da uomo mercato per eccellenza del calcio italiano. Seduto nella poltrona del suo ufficio, leggerà gli innumerevoli messaggi di auguri ricevuti, ritrovando in ognuno di essi un ricordo, associando nomi ad affari, trattative a successi o delusioni. Ora, siede sulla poltrona che ogni direttore generale vorrebbe, e può essere pienamente soddisfatto del suo lavoro e dei risultati raggiunti. In questa Juve che domina in Italia da cinque anni e che punta a salire sul tetto d'Europa, c'è anche la sua firma.

CAPOLAVORI - Sono tanti gli affari che hanno contribuito a rendere (di nuovo) grandissima la Juventus. Dopo un periodo di assestamento, con la scelta non felice di Delneri e alcune operazioni non riuscite, Marotta ha preso coscienza della realtà in cui si trovava e delle responsabilità che gravavano su di lui e ha tirato fuori tutto il suo talento per gli affari. Uno dei primi colpi, nonché uno dei più riusciti, è stato Andrea Barzagli. Riportato in Italia a parametro zero quando nessuno avrebbe puntato su di lui, si è rivelato un acquisto sontuoso: probabilmente il miglior centrale per rendimento degli ultimi tre anni.  E non solo in Italia. Ma poi ci sono i colpi del primo anno di Conte: la geniale mossa Andrea Pirlo, le strepitose intuizioni Vidal e Pogba, ma anche il grande affare Tevez e le mosse per il futuro: Rugani prima, Caldara poi. Tutto il meglio a disposizione. Poi, con l'evoluzione della Juve, sempre più dominante, si è adattato anche lui: risalgono all'ultima estate le prove di forza Pjanic e Higuain. Senza dimenticare Dybala due anni fa. Pagato troppo, diceva qualcuno...

COLPI IN CANNA - Ovviamente, non è finita qui. Nel mondo del calcio conta più ciò che farai di ciò che hai fatto e Marotta, con Paratici, suo inseparabile compagno di viaggio e ineguagliabile consigliere, prepara l'estate. Bentancur è in arrivo, frutto di una buona gestione della complicata questione Tevez, e poi c'è Tolisso, su cui la dirigenza bianconera lavora senza sosta da tempo. Il sogno, poi, è Verratti, che sarebbe davvero un colpo studiato nei minimi dettagli, anche se il PSG non è un cliente facile. Marotta, però, ha insegnato che niente è impossibile. Soprattutto ora che la Juve ha una forza economica che nei primi anni non aveva.

LE CESSIONI - I detrattori hanno una fase preferita: "Marotta non sa vendere". I numeri non sembrano confermarlo. È vero che in certi casi, come con Llorente, si è scelto di fare i gentiluomini, ma in altri la Juve è uscita senza dubbio vincitrice. Da Tevez, come detto, ci ha guadagnato Bentancur, Pogba e Coman, che hanno fatto arrabbiare tutti, col senno di poi sono due cessioni di una lungimiranza pazzesca (sia chiaro non si sminuisce il valore dei due francesi). Hernanes, macchia più grossa nel curriculum bianconero di Marotta, è stato piazzato in Cina con plusvalenza. Matri è stato gestito meravigliosamente, sfruttando il suo talento per poi guadagnarci addirittura soldi e in qualche modo Tevez. Insomma, forse sarà più bravo a comprare, ma non sembra così male come venditore.

@Edosiddi