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Tre successi di fila in Coppa Italia non arrivano per caso: soprattutto considerando il noto status della competizione quale “torneo di riserva”, che come tale costringe i top club ad affidarsi alla panchina in tutta la propria lunghezza. Così anche la Juventus, che nella rincorsa verso i tre obiettivi stagionali ha spesso e volentieri sacrificato la formazione dei “titolarissimi” nelle partite della coppa nazionale. Tutto parte dai pali, dove Neto ieri sera si è rivelato uno dei grandi protagonisti della vittoria contro la Lazio. Già, proprio il brasiliano, la riserva di Gigi Buffon reduce dall’orribile papera che provocò il gol di Mertens nella semifinale di ritorno contro il Napoli. Ma in una Juve sempre più abituata a lasciare soltanto le briciole ai propri avversari, la sensazione è che il vero top player tra i pali - tra i vari Buffon, Storari e Neto passati e presenti - resti sempre lui: Claudio Filippi.

SEMPRE PRESENTE - Preparatore atletico professionista dal lontano 1994 e allenatore Uefa dal 1997, Filippi (foto Ilnumero1) arriva a Torino nel 2010, dopo le esperienze al Chievo, alla Roma e al Siena. In Toscana ha occasione di lavorare con un futuro portiere juventino, l’austriaco Alexander Manninger, che per due stagioni servirà con onore la maglia bianconera come secondo di Buffon (prima di venire declassato a terzo portiere con l’arrivo di Storari nell'estate 2010). Da Delneri a Conte, per arrivare ad Allegri, il punto fermo dello staff tecnico è sempre stato lui. A stupire, del lavoro svolto da Filippi, è soprattutto l’attenzione tesa a qualsiasi fase della preparazione di un estremo difensore. “Bisogna confrontarsi con il luogo comune secondo il quale il portiere non deve correre”, ama ribadire fin dagli inizi della propria carriera. Come a dire che va bene aumentare la forza degli arti inferiori e superiori, ma non si può certo tralasciare l’attività aerobica. Per poi passare agli esercizi tecnici, quelli con il pallone - perché il portiere moderno non ha certo un ruolo passivo - e alle sessioni di reparto da unire al lavoro personalizzato: esisterebbe forse la BBBC senza la conoscenza perfetta che lega i difensori bianconeri al proprio capitano?

RISERVE TOP - Ma se sulle qualità di Buffon non sussistono più dubbi, la Juve ha raccolto i frutti della preparazione di Filippi soprattutto per quanto riguarda le riserve. Si veda Neto, appunto, che da giocatore dal rendimento altalenante ai tempi della Fiorentina si è trasformato in un ottimo dodicesimo uomo, capace di affiancare campioni come Julio Cesar e Pagliuca nella lista dei pochi portieri vittoriosi in due finali consecutive della Coppa Italia. Ma anche la “sorpresa” Marco Storari (comunque reduce da sei mesi straordinari con la maglia della Sampdoria nel 2010) deve molto al lavoro svolto da uno dei preparatori migliori del mondo. Appena 64 presenze in cinque stagioni con la Juve, il portiere pisano ha mantenuto un rendimento da fenomeno nel corso di tutta la sua esperienza a Torino. Adesso che Buffon si sta affacciando all’ultima stagione della propria carriera e la Juve si trova nella necessità - non solo di sostituire il più forte numero uno al mondo - ma anche di trovare una riserva all’altezza, c’è sempre un punto fermo a far dormire sonni tranquilli alla dirigenza bianconera. Il suo nome è Claudio Filippi, il vero top player fra i pali dei campioni d’Italia.