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Gigi Buffon non si ferma mai. Nemmeno il tempo di tornare dall'Olanda dove ha fatto da chioccia alla prima da titolare di Gigio Donnarumma in Nazionale che a Torino è stato protagonista di un evento organizzato da Head & Shoulder. A tu per tu con Pierluigi Pardo, inevitabile partire quindi da una logica di testa e spalle: “Sono determinanti. Se vuoi mantenerti al alti livelli, la testa deve darti equilibrio e lucidità. Le spalle devono essere solide perché ci sono dei momenti personali che in una carriera ti possono schiacciare. Se le hai forti riesci a superare questo momento. Riesco a resistere al tempo”.

APRILE DI FUOCO - “Ci giochiamo tanto, però lavoriamo per questo. Ci sono dietro nove mesi di lavoro, per arrivare in questo momento con questa condizione. Parte bella, il motivo per cui facciamo questo lavoro. Vogliamo vivere questo finale di stagione da protagonisti. Arriviamo alla partita col Napoli come arrivano gli altri, non c'è nessun appunto da fare o nessuna polemica. Se saremo più bravi vinceremo, se saranno più bravi gli altri vinceranno loro. Manchiamo di fantasia nelle polemiche”.

BARCELLONA - “Ci si prova. Abbiamo avuto bravura e fortuna di guadagnarci queste due partite. La speranza di passare c'è. Se poi non dovessimo farcela vedremo il modo”.

CASO BARZAGLI - “Nulla da dire. Non ha lasciato il ritiro per mal di pancia o infortunio. Ha lasciato per fatti suoi, se è andato a cena ha fatto bene”.

1000 VOLTE GIGI – Giorni di record per Buffon, arrivato proprio con Italia-Albania alla partita numero mille a distanza di vent'anni e più dal debutto: “Il giorno di Parma-Milan non mi aspettavo niente, ero felice così. Anche fosse finita il giorno dopo. Sono orgoglioso di queste mille partite, le prime le porto dentro”. Una stagione iniziata male e poi svoltata a livello personale nella notte di Lione: “Una gara giocata con i nervi. Da una parte c'è il burrone dall'altra il paradiso”.

FELICE – Non c'è spazio per la scaramanzia, i segreti sono tutti nascosti nei valori appresi dalla famiglia ed oggi Buffon è felice: “La scaramanzia non mi ha mai accompagnato. Devo ringraziare madre natura per essere nato in una famiglia di sportivi e questo mi ha aiutato tanto. Ho da subito saputo come reagire nei momenti di difficoltà o di successi. Poi bisogna sempre migliorare, vale nello sport come nella vita normale. Non sono tante le persone che si sentono bene nel mondo, io sono felice della mia vita. Infine si deve star bene in un gruppo di lavoro. Dare rispetto e stima ai compagni e magari averli indietro”.

MOMENTI DURI – Nella carriera i momenti duri sono legati a chi alimentava dubbi sull'uomo Buffon, non sul campione Buffon: “Spesso c'era sempre chi faceva sorgere dubbi sulla mia persona. Ho accettato, mai capito. Sono un essere umano e posso sbagliare. Il giorno in cui non avrò più la porta alle spalle sarà una scelta e sarò felice. È una licenza che mi sono guadagnato. La porta mi rappresenta, lo farà fino a quando morirò. A 12 anni ho cambiato ruolo e ho deciso di fare il portiere. Facevo il centrocampista centrale”

RIGORI NON VISTI – Ultimamente prende sempre più piede l'immagine di Buffon girato di schiena in occasione di rigori a proprio favore, non li guarda più: “Non li guardo mai, mi piace vedere la reazione dei tifosi. A Berlino una volta sono stato felicissimo, una volta meno. Il Mondiale non l'ho però assaporato così, avevo un'ansia talmente grande che non me lo sono goduto bene. Ansia e sollievo”

EREDI – Lunga vita a Buffon dunque. Ma gli eredi? “Neuer è formidabile, non puoi non apprezzarlo. Già capitato di non giocare in Nazionale, con Sirigu, Marchetti, Perin. Anche Donnarumma può diventare un grande portiere. Ha qualità fisiche e mentali. Regge bene le pressioni. Ha un futuro grandissimo".