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Gianluigi Buffon è al suo ultimo anno. L'ha detto prima che questa stagione prendesse il via, l'ha ribadito ogni qualvolta gli sia stato chiesto, nei momenti belli e in quelli brutti. Nessuno, però, è davvero pronto a non vederlo più difendere la porta della Juve e della Nazionale. In questi giorni, poi, pensare a una porta senza lui davanti fa ancora più male, perché a Udine e a Milano è stato decisivo per i bianconeri e perché proprio oggi festeggia i 20 anni di Nazionale, con una frase d'impatto che potrebbe essere da lezione per tutti coloro che si avvicinano all'Italia: "Questi vent'anni di azzurro sono stati uno dei regali più belli della mia vita". E a proposito di parole, sono significative anche quelle di ieri, dopo il successo sul Milan. Perché Buffon non è mai banale...

ADDIO - L'addio è deciso e dopo il Milan, quando la sua parata su Kalinic ha fatto la differenza, è rimasto fermo sulla sua posizione, parlando con molta franchezza: "Il mio ritiro? Smetto perché c'è un tempo per tutti e perché devo anche rispettare le scelte che fa una società, comprando portieri più giovani e magari anche più forti di me". Segno che la decisione non è solo sua e ha un chiaro significato: Gigi non vuole diventare un problema per la sua Signora. 

A TESTA ALTA - Buffon vuole lasciare con onore e dignità. È il momento di farsi da parte e bisogna capirlo. Strano fare questi discorsi in un momento in cui ha fatto la differenza, perché molti parlano di invertire Kalinic e Higuain, ma se si fossero invertiti Donnarumma e Buffon? Anche a cospetto del suo erede designato, Buffon ne esce vincitore. E forse la Juve ha preso portieri più giovani e di grande valore, ma lui rimane unico. Concluderà in Russia: da Russia a Russia. Per chiudere un cerchio. Sempre che la Juve non gli regali un cammino europeo meraviglioso...