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Il titolo della Juve continua a volare in Borsa, per una valutazione che ora finalmente sta raggiungendo un dato credibile rispetto alla concorrenza. Ha spiazzato tutti per la rapidità di questo boom, quasi il 150% in pochi mesi, ma siamo solo all'inizio ed era tutto ampiamente prevedibile guardando un più ampio quadro dell'oscillazione del mercato non solo italiano. Siamo stati i primi su Calciomercato.com e ilBiancoNero.com non solo ad analizzare le questioni tecniche ma anche e soprattutto a far capire come la Borsa stesse fiutando anche altre situazioni come un nuovo riassetto societario della Juve sotto ovviamente l'egida di Exor (leggi qui).  Ma ora che tutti ne parlano sulla scia di una stagione che sta assumendo connotati trionfanti dal punto di vista calcistico, proviamo ad andare anche oltre anticipando i prossimi passi: alcuni clamorosi.

 

PRIMO PASSO: L'OPA – Non parliamo in questa occasione solo del ruolo di Andrea Agnelli e del suo possibile addio legato a rapporti non proprio idilliaci con John Elkann e Marchionne. La crescita esponenziale del titolo della Juve è tale da poter affrettare i tempi anche del lancio di un'OPA (Offerta Pubblica di Acquisto): questo cosa significa? Che Exor, proprietaria del 63% delle quote, direttamente o attraverso fondi a sé collegati, acquisterebbe o proverebbe ad acquistare il restante 37% ad un prezzo maggiorato di quello che dirà in quel momento Piazza Affari di circa il 30%. Perché tutti dovrebbero accettare di vendere? Per due motivi. Il primo è quello meramente imprenditoriale ed economico: chi possiede un'ampia percentuale, come il fondo Lindsell Train che detiene il 10%, porterebbe a termine un grandissimo guadagno. Chi invece detiene sotto l'1%, sostenitori e tifosi più che azionisti, sostanzialmente avrebbero modo di continuare a portare avanti il proprio ruolo. Anche perché una volta raggiunto il 91%, Exor potrebbe in ogni caso decidere di togliere dal mercato il titolo, rendendo quindi bloccato qualsiasi titolo di investimento non proprio.

 

E POI... - Nel caso in cui venisse portata a termine questa prima operazione al momento opportuno, c'è chi sussurra già entro maggio, ecco che la valutazione della Juve avrà raggiunto un valore più credibile rispetto a quello ad esempio del Milan da un miliardo di euro. Com'è giusto che sia, per tutto quello che è stato compiuto in questi anni dal club bianconero. Questa crescita d'altronde è solo in ritardo, ma inevitabile. Con Exor detentrice tra il 91 e il 100% delle quote, ecco che si potrebbe poi procedere al Delisting (l'uscita dal mercato): la Juve avrebbe in tal caso la valutazione che la proprietà riterrà più opportuna e non quella imposta dal mercato. Ad oggi, ad esempio, è possibile immaginarla anche superiore al miliardo e mezzo. E su queste basi sarà possibile cercare e individuare nuovi investitori, che acquisteranno come da prassi sempre ad un prezzo maggiorato di circa il 30%: cinesi, ma anche arabi o americani, non si tireranno di certo indietro considerando la crescita del brand Juve non solo in ambito calcistico (anche questo lo avevamo anticipato un anno fa). Non solo: finché rimarrà quotata ogni situazione andrà motivata sotto la vigilanza degli organi competenti, uscendo invece potrebbero partire trattative senza il bisogno di rendere conto a nessuno se non alla propria compagine azionaria. Una Juve da 2 miliardi di euro è quindi in arrivo, la risposta del club più forte di tutti a chi prova a insidiarne il ruolo è già pronta. Anche Suning e Li saran costretti a inseguire ancora a lungo...