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Alla fine ha vinto Max Allegri. Come in un vecchio western, in cui i due antagonisti si affrontano a ritmo di frasi come “In questa città non c’è posto per tutti e due”. Proprio così: nella Juventus la convivenza del tecnico e di Leonardo Bonucci si era fatta ormai impossibile e, di fronte alla scelta su chi gettare dalla torre, il club non sembra aver avuto dubbi. Allegri blindato fino al 2020, Bonucci al Milan in una delle trattative più improvvise di sempre.

STORIE TESE - L’accensione della miccia risale allo scorso 17 febbraio, a quel furibondo litigio che ha visto protagonisti Allegri e Bonucci durante Juventus-Palermo. Partita mai in discussione e terminata con un chiaro 4-1, ma tra i due volano parole grosse, figlie di una tensione a prima vista ingiustificata. “Ci siamo chiariti, non è successo nulla”, sminuisce l’allenatore al termine del match. Eppure è successo molto, praticamente tutto. Leggenda narra che, dopo quell’episodio, Allegri abbia addirittura dato un ultimatum alla società: Bonucci fuori rosa, o lui o me. Una bagarre risolta poi con diplomazia, con la tribuna “punitiva” in occasione della sfida al Porto e una doppia multa per giocatore e tecnico. Ma il successivo patto d’onore tra i due e l’intera squadra, quello che aveva ad oggetto la vittoria di tutte e tre le competizioni stagionali, non è bastato ad appianare i dissidi. L’atmosfera nello spogliatoio bianconero a Cardiff all’intervallo di Juve-Real Madrid ha riaperto una ferita cucita a malapena. Archiviata la sconfitta in finale di Champions, i campioni d’Italia hanno fatto la propria scelta: un proiettile per due bersagli, a cadere è stato proprio Bonucci. Con Allegri a sollevare il virtuale trofeo ai danni del duellante.

VITTORIA DI PIRRO - Ma la vittoria di Max potrebbe coincidere, guardando l’altra faccia della medaglia, con una netta sconfitta da parte della Juventus. La quale non è riuscita ad evitare la cessione di uno dei leader assoluti della difesa a quella che, a questo punto, diventa una seria concorrente nella lotta per lo scudetto. Liberarsi di Bonucci significa dimostrare che nessuno, neppure uno dei top player più iconici degli ultimi sei anni, può ergersi al di sopra del club: i giocatori passano, la Juve resta. Eppure, tale dimostrazione di forza sembra comunque impallidire di fronte al vantaggio concesso al Milan di Montella. Già impegnati a colmare la voragine aperta dalla partenza repentina di Dani Alves, i bianconeri si sono trovati a fare i conti con una nuova defezione di lusso. Forzata da una faida interna, certo, ma comunque dolorosa. Allegri siede sul trono, ma il reame bianconero da oggi appare più debole.

@mcarapex