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Un vecchio adagio sempre valido nel mondo del calcio è quello che recita così: 'Finché si vince, va tutto bene'. Vero, verissimo. C'è anche quello che ricorda come nelle grandi squadre, in quelle più vincenti, non sia necessario andare tutti d'accordo, anzi... Proprio su queste false righe si stanno sviluppando alcuni rapporti delicati all'interno dello spogliatoio della Juve. Che vince sempre e comunque, che punta a pieno titolo al triplete, con Allegri che rigetta via con orgoglio tutta la negatività che avverte nell'ambiente bianconero nonostante un triennio di soli trionfi. Più o meno sotto traccia, però, rimangono rapporti tesi per delle voci che da un corridoio all'altro difficilmente si riesce a tenere troppo segrete. E se i mugugni di Pjaca prima dell'infortunio riguardavano la normale e spesso giusta gestione di un giovane in rampa di lancio come da manuale della gestione di Allegri, ecco che le tensioni covate da leader quali Bonucci, Marchisio e Dybala rischiano di portare a ben altre conseguenze da qui a fine stagione. Una, clamorosa, su tutte: la cessione in caso di permanenza del tecnico.

 

DYBALALa stretta di mano rifiutata contro il Sassuolo è stato solo un momento di scarsa lucidità di Dybala, gestito con prontezza e buon senso da tutte le parti in causa. Ma il rapporto tra la Joya e Allegri non è lo stesso della scorsa stagione fin da quando, in chiusura di 2016, nonostante Dybala fosse pronto ecco che il tecnico bianconero ha continuato a tenerlo in panchina fino a bacchettarlo pubblicamente nell'immediato post-Doha. E ancora la svolta al 4-2-3-1 lo ha visto allontanarsi sempre più dalla porta, per essere per di più sostituito puntualmente quasi in ogni occasione. Una gestione che non piace all'argentino, sempre al centro di una infinita trattativa per il rinnovo, con la Joya che non avrebbe nascosto assolutamente questo malessere. Parlare di crisi è troppo, ma dire che tutto proceda in maniera idilliaca tra i due è altrettanto un esercizio di stile obbligato in casa Juve. Dietro il forcing di Barcellona e Real Madrid c'è anche questo, un amore finito ben presto tra Dybala e il suo allenatore.

 

MARCHISIOPrimo a diventare un pretoriano di Allegri nei primi mesi di passaggio dall'era Conte a quella del tecnico livornese, ed ora sul carro di chi non lo vuole più. Claudio Marchisio è stato a lungo un insostituibile, è stato subito spremuto al rientro dall'infortunio per necessità. Eppure è stato poi scaricato sull'altare del 4-2-3-1, diventando a tutti gli effetti una riserva. Di lusso, ma pur sempre una riserva. La gestione dall'infortunio è motivazione che non convince il Principino, che anche saltando una partita su due avrebbe voluto giocare quelle che contano e non quelle in cui conta far rifiatare i titolari. La Premier lo chiama, Conte lo corteggia, lui si sente messo da parte e non appare felice o determinato come fino a qualche mese fa. C'è chi dice che il rapporto con Allegri ora sia ai minimi termini, ma forse è solo un momento...

 

BONUCCIPace sancita ufficialmente. Ma il rapporto tra Leonardo Bonucci e Max Allegri è tutt'altro che rose e fiori. Scontata la punizione di Oporto, poi il difensore bianconero è rimasto sempre saldamente al suo posto nonostante una condizione a tratti precaria e qualche errore pesante. Quanto incida il ruolo della dirigenza in questa situazione è tutto da valutare, ma non va dimenticato come non sia mai stata realmente smentita la voce legata alla minaccia di dimissioni immediate di Allegri nel caso in cui Bonucci non fosse stato messo fuori rosa dopo lo scontro del match col Palermo che vedeva, guarda caso, la gestione di Marchisio quale pomo della discordia. Il City e il Chelsea non aspettano altro, difficile immaginare una permanenza comune di entrambi anche la prossima stagione.