commenta
Quella di Leonardo Bonucci al Milan è una prospettiva a cui tutto il mondo Juventus avrebbe volentieri fatto a meno di assistere. Ma ad aumentare la delusione di un trasferimento impronosticabile fino a pochi giorni fa, c’è il prezzo assolutamente competitivo che i rossoneri pagheranno per il numero 19. Di fronte alle cifre investite negli ultimi anni dal Manchester City per Nicolas Otamendi (45 milioni di euro) e John Stones (56.5), i 40 milioni della valutazione di Bonucci appaiono quasi come un costo da discount per un difensore fra i migliori in Europa. Alla base di queste valutazioni economiche vi è tuttavia un discorso più ampio, un argomento che da Vidal a Tevez ha interessato molti campioni bianconeri degli ultimi anni.

ARTURO - “Vidal ha espresso la voglia di vivere un’esperienza diversa”. Queste le parole di Beppe Marotta nel luglio 2015, a poche ore dalla cessione del Guerriero al Bayern Monaco. Una separazione di fatto forzata, per la decisione del cileno ma soprattutto per un rapporto ormai logorato: dalla rissa in discoteca che gli costò la panchina nell’ottobre 2014 ai ritardi in allenamento, la situazione di Vidal puntava dritta verso l’addio. In un tale scenario, l’offerta del Bayern Monaco (37 milioni più 3 di bonus) - quasi risibile per la qualità e le prospettive del giocatore - è stata accettata senza troppi ripensamenti.

CARLITOS - Analoga alla cessione di Vidal è stata quella di un altro sudamericano, nella medesima finestra di mercato: Carlos Tevez. “Vuole chiudere una gloriosa carriera in Argentina, non vogliamo generare una situazione controproducente”, disse Marotta. Come a dire che blindare un giocatore scontento avrebbe provocato maggiori danni rispetto ad una (s)vendita. Perché in questo si è caratterizzata la cessione dell’Apache: 6.5 milioni di euro più il prestito di Vadalà e i diritti di opzione per Bentancur, Cristaldo e Cubas, in cambio di un attaccante reduce da 29 gol stagionali. Un’altra prova a conferma del postulato: quando un giocatore non vuole (o non può) rimanere alla Juve, il prezzo va a picco.

LEONARDO - Da ultimo, ecco il caso Bonucci, il terzo episodio che coinvolge un (ormai ex) top player bianconero. Dagli insulti volati tra lui e Allegri in Juve-Palermo alla tribuna contro il Porto, fino alla presunta rissa sfiorata nello spogliatoio di Cardiff, la miccia di Leo era stata accesa diversi mesi fa e si stava consumando a vista d’occhio. Constatare l’impossibilità di trattenerlo per un’altra stagione, ricucendo un rapporto ormai in decomposizione, ha servito al Milan un assist d’oro. Nessuna offerta concreta dall’estero, nonostante il lungo corteggiamento del Manchester City risalente all’anno scorso: Bonucci doveva partire, i soldi sul tavolo ce li hanno messi i rossoneri. Bastano e avanzano per liberarsi di un “problema”, ma non saranno mai sufficienti per colmare un vuoto qualitativo immenso.

@mcarapex