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Lei, la Regina, ha centoventi anni. Lui, il Primo Cavaliere, a marzo ne compirà novanta. Messi insieme fanno più di due secoli. Settanta di quegli anni passati insieme, come Ginevra e Lancillotto nel regno di Camelot. Anche loro due, la Juventus e Giampiero Boniperti, hanno addosso la Leggenda. E, come ciascun protagonista degno di una epica saga, gabbano il tempo che fugge scalfendoli appena. Il presidente al telefono dopo appena due squilli.

BONIPERTI: “Pronto, chi parla?

BERNARDINI: "Sono Marco, amico mio".

BO: “Marco chi?”

BE: "Un tuo compagno di viaggio per tanti anni che sembravano dover finire mai".

BO: “Non ricordo…”

BE: "Mi prendi in giro, presidente?" (risata, nda)

BO: “Valà che si. Mi diverte confondere la gente, anche quei pochi amici i quali  immaginano che alla mia età io sia un po’ rincoglionito e frusto. Certo la memoria, ogni tanto, mostra delle crepe. Questione di attimi, però. Le voci più intime le riconosco bene, non credere, anche la tua vecchio segugio di notizie che non riuscivi a strapparmi mai. Allora, dimmi un poco come va?”

BE: "Si tira avanti. Si viaggia a vista per ciò che ancora si può vedere. La tua voce, Giampiero, è squillante. Sorprendente".

BO: “Mica solo quella. Ho ancora due gambe belle toste e il fisico che risponde bene. Faccio attività fisica e non sgarro. Tutte le mattine vado nel mio ufficio vicino al Po e lavoro. La mia segretaria, l’insostituibile Rosanna, a volte mi guarda stupito e mi rimprovera perché ho guidato l’automobile da casa fino a lì”.

BE: "Insomma, un ragazzino di novant’anni".

BO: “Vigile e agile come la mia Juventus. Lei di anni ne ha trenta più di me. Ma in effetti siamo due giovani lottatori dal cuore indomito”.

BE: "Un patto con il Diavolo come Falstaff?".

BO: “Meglio ancora e meno compromettente. Un accordo con il Padreterno preso tanto tempo fa quando ero giovane e bello. Per il momento regge e io lo ringrazio tutte le mattine quando spunta l’alba”

BE: "Cosa pensi di aver dato in cambio al Signore?".

BO: “La forza della fede. Quella vera che non si esprime con le parole ma che porti nel cuore. La vita, quella vera, è sempre e soltanto una questione di cuore". 

BE: "L’energia, dunque, che arriva dalle stelle".

BO: “Anche da questa terra. Dalla mia famiglia. Sempre unita e ben compatta proprio come una squadra di calcio. Come la Juventus. Al contrario di quel che accade oggi in questa società confusa. Nessun tradimento, mai, neppure morale. Un blocco di marmo unico e indivisibile. Mia moglie, i miei figli, i nipoti. Una volta l’anno pretendo che ci si faccia una fotografia tutti insieme, come a inizio campionato”

BE: "A proposito di tuo nipote Filippo. Un giorno mi dicesti che sarebbe diventato un campione per le doti calcistiche che aveva. Oggi gioca nel Cuneo, in Lega Pro, dopo tanto peregrinare per l’Italia. Avevi visto male?".

BO: “Non avevo messo in conto il peso che può avere la sfortuna nella vita e nella carriera di un giocatore anche bravo. Filippo, fisicamente, ne ha passate di tutti i colori. L’importante è che sia un ragazzo bravo. E lui lo è. Come i miei figli, del resto. Tutti solidamente sistemati e sereni in questo mondo che, talvolta, mi sembra sempre più governato da matti. Anche Alessandro che era il più inquieto e sbarazzino. Ha sposato un'argentina e pendola tra Milano e Buenos Aires”.

BE: "Domenica allo Stadium verranno spente virtualmente centoventi candeline sulla torta della Juventus. Ci sarai anche tu in tribuna?".

BO: “Mi hanno invitato, naturalmente, ma io non  amo le celebrazioni pubbliche. Forse ci sarà mio figlio Giampaolo, non so. Vedrà lui. Io farò come sempre. Seduto in poltrona davanti alla televisione. Non sarò da solo, però. A fianco, sul divano dello studio, ci sarà l’Avvocato. Come sempre da quando decidemmo di non andare più allo stadio e di vedere le partite insieme. Non ci siamo mai lasciati anche se lui è lontano e mi manca davvero molto. Guarda, stai bene attento, non sono le farneticazioni o le allucinazioni di un quasi novantenne. E’ la realtà di un vecchio ragazzino”.