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Una nuova stagione è cominciata e torna, puntuale, la nostra rubrica dedicata ai supporters della Juventus sparsi in tutta Italia. Con una piccola novità: da quest’anno i Club DOC si chiameranno Official Fan Club, mantenendo ovviamente inalterata tutta la passione che contraddistingue i nuclei del tifo bianconero. Noi andremo a scoprirli, tra curiosità e aneddoti provenienti dai luoghi in cui il cuore juventino non smette mai di battere.

Oggi siamo andati a Bologna, dove sorge uno tra gli Juventus Club più antichi d’Italia. Qui abbiamo conosciuto lo storico presidente Franco Febbo, che ci ha parlato della sua realtà.

Proprio in questo mese festeggiate i 50 anni dalla fondazione.
Sì, siamo nati nel 1967, dovevamo celebrare l’evento proprio a settembre ma l’abbiamo spostato a marzo. Sarà una grande festa con tutti i soci e sarà invitato anche qualche ex calciatore della Juve. Con alcuni sono rimasto in ottimi rapporti.

Ce ne può parlare?
Be’, i buoni rapporti nascono dal fatto che io, almeno dal primo anno di Trapattoni allenatore, ho partecipato ogni anno al ritiro estivo dei bianconeri. Adesso il più lontano, geograficamente parlando, è Angelo Alessio, in Inghilterra (vice di Antonio Conte sulla panchina del Chelsea ndr). Ma mi capita di sentire anche Rampulla, Peruzzi e altri.

Li avete avuti spesso come ospiti al club?
Sì, erano altri tempi. Basti sapere che eravamo rimasti in sintonia con Boniperti, ci eravamo messi d'accordo perché la domenica mattina, prima della partita qui a Bologna, mandasse due giocatori alla nostra sede.  

Qual è il suo ricordo più piacevole, in tutti questi anni di attività?
Sicuramente la finale di Basilea (Coppa delle Coppe 1984 ndr). Perché quella di Atene e quella di Bruxelles, per motivi completamente diversi, sono state trasferte che ci hanno lasciato ricordi tutt’altro che positivi. Per la partita dell’Heysel Boniperti ci mise a disposizione un aereo della stessa compagnia che serviva la Juve, 70 posti con 70 biglietti. Quella, l’anteprima diciamo, fu l’unica cosa bella…

Partecipate tutt’ora a molte partite della Juve?
A Torino andiamo a vederle tutte. Quando capitano delle giornate infrasettimanali ovviamente non tutti i nostri soci possono venire, e ci aiutiamo con il club di Faenza e quello di Modena formando un pullman. Un gruppo di nostri soci segue anche le trasferte europee. A Barcellona ce ne andrà uno solo, eroico.

Il vostro club è dedicato a Gaetano Scirea…
Sì, lo conobbi in ritiro, pochi giorni prima della sua scomparsa. Ho conosciuto anche Mariella e suo figlio.

Quali iniziative promuovete, come club?
Abbiamo sempre avuto una squadra di calcio con cui organizziamo partite di beneficenza. Ne abbiamo fatta una contro i Nomadi, con Beppe Carletti e gli altri. L’allenatore era Emiliano Mondonico, vennero a giocare anche Brio, Vignola, Pioli e Bonini. Mondonico si arrabbiò pure, disse: ‘Questi juventini vogliono sempre vincere' (ride ndr). Poi ogni anno promuoviamo un evento per AGEOP, l’Associazione Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica. Tre anni fa abbiamo giocato a San Lazzaro contro gli ex del Bologna.

Così tante esperienze meriterebbero di essere raccolte in un libro.
E’ quello che faremo in occasione del cinquantesimo anniversario, stiamo stampando un libro che racconta questi 50 anni di club. Ci sarà anche un contributo di Roberto Beccantini (leggi qui la sua rubrica Beck is Back) perché tra i nostri fondatori c’era suo padre.