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Quando è arrivato alla Juventus nel 2013, Younes Bnou-Marzouk portava con sé referenze spaventose la nomea di nuovo Trezeguet. Franco-marocchino, il classe '96 ha avuto un buon impatto al primo anno: tanti gol e una convocazione in prima squadra, il 16 marzo 2014 a Genova, con la Juve che si impose 1-0 grazie alla magia di Pirlo nel finale, con Buffon che parò un rigore a Calaiò. Allora era un pezzo di sogno da vivere, ora un ricordo da custodire gelosamente. Nel momento migliore, infatti, arrivò un brutto infortunio, che poi non restituì lo stesso giocatore che era arrivato. Fatica in Primavera, poi qualche esperienza all'estero. Angers in Francia prima, KV Westerlo in Belgio, poi. Senza alcuna soddisfazione. Quest'anno, però, tutto è cambiato. A gennaio Bnou-Marzouk si è trasferito al Chiasso, ha ripreso a giocare e segnare (ora sono 10 gol in 12 apparizioni), e si è guadagnato il rinnovo del contratto fino al 2019. E noi l'abbiamo sentito: ci ha parlato del momento attuale, della Juve passata e presente e ci ha raccontato diversi retroscena interessanti. 

Ciao Younes, come stai? Ora che hai iniziato a segnare non ti fermi più. 
Mi sento bene perché sto andando bene, gioco tutte le.partite e faccio tanti gol. Poi sono contento anche per la squadra,.abbiamo recentemente vinto lo scontro diretto con il Wil (grazie a una sua doppietta, ndr).

Ti aspettavi di ritrovarti così in Svizzera?
No, devo essere sincero, non me lo aspettavo. Arrivavo da due esperienze in Belgio e in Francia dove ho giocato poco e quindi un po' di timore c'era. Ma alla fine non ho mollato, ho lavorato sodo e ora i sacrifici pagano. Ringrazio ovviamente per la fiducia che mi hanno dato. Adesso gioco e faccio di nuovo gol.

La Juve ti ha recentemente rinnovato il contratto, un grande attestato di fiducia
Ovviamente ci speravo e ne sono molto felice, ora so di avere la testa libera e poter affrontare il futuro con serenità. Poi ora se decideranno di farmi fare il ritiro con la prima squadra sarà bellissimo, se invece andrò ancora in prestito farà il massimo ugualmente.

Alla Juve le cose non sono andate benissimo, nonostante grandi aspettative.
Io avevo iniziato bene al primo anno: facevo tanti gol, ho giocato in Youth League, una panchina in prima squadra. Poi il secondo anno mi sono infortunato e anche al rientro sentivo dolore e facevo fatica. Ero in difficoltà, ma ho continuato a lavorare e penso che ora si veda.

Hai lavorato anche con Fabio Grosso, che è ancora alla guida della Primavera: che allenatore è? Può farsi strada tra i professionisti?
Un grande allenatore. Mi ha aiutato tanto. È uno a cui piacciono tutti gli aspetti del calcio: mentale, tecnico, tattico. Sono sicuro che farà benissimo anche tra i grandi.

Tra i compagni di Primavera con cui hai giocato, quali pensavi avrebbero fatto il salto tra i grandi?
Ce n'erano tanti che avevano potenzialità. Mi vengono in mente Donis e Sakor, ma erano davvero tanti che potevano fare bene. Noi dobbiamo essere bravi ad aspettare il nostro momento e poi farci trovare pronti quando arriva per poi farci spazio tra i grandi.

Juve del presente. Domanda secca: può fare il Triplete?
Seguo la Juve, soprattutto in Champions. Penso questo sia l'anno buono, non prendono gol e questo ti dà sempre un vantaggio importante. Penso che quest'anno vincerà tutto.

Che idea ti sei fatto di Dybala? Pensi sia tra i più grandi al mondo, o gli manca qualcosina?
Non ho avuto la fortuna di giocare con lui, ma è fortissimo. Fa le cose belle e soprattutto al momento giusto. Penso possa fare ancora di più ed essere davvero il nuovo Messi.