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Il presente e il futuro. Insieme nella stessa sera, anche se in campi diversi. Brillano e convincono, senza stupire, perchè non ne hanno bisogno: Mattia Caldara e Andrea Barzagli, uniti dalla Juve, chi prima e chi dopo... uno è l'alunno, che studia e impara a distanza preparandosi per raccogliere l'eredità, l'altro è per parola di Allegri il Professore, anzi visto il piglio e la forza un Professorone, come si diceva in un noto film di Aldo, Giovanni e Giacomo. E di cose da imparare ce n'è parecchie.

LA SERATA - Barzagli, in quel di Torino, ferma e controlla tutto ciò che gli capita a tiro, sia esso Thereau, Simeone o Chiesa, e non sembra nemmeno avere i 36 anni che la carta d'identità poco clementemente riporta. Pare più un ragazzino affamato di successi, voglioso di convincere il mister a concergli più spazio. Il tutto, però, con la fascia di capitano al braccio, i gradi molto alti nelle gerarchie e una capacità innata di essere leader speciale del reparto. Nel mentre Caldara conquista ancora una volta gli applausi dell'Atleti Azzurri, la sua casa bergamasca. Come? Difende, organizza e controlla un Crotone che, a dire la verità è un po' spuntato, ma che appena 3 giorni fa aveva messo in difficoltà l'Inter terza in classifica, e poi... e poi riparte con grinta cattiveria e carisma. Un gol, quello del 2-0, e un rigore conquistato nel 5-1 finale della sua Atalanta. In una parola: decisivo, proprio come sopra.

Per un Barzagli che se andrà, probabilmente a fine anno, ecco un altro, Caldara, non proprio qualsiasi, che arriverà per prenderne il posto, per continuare ad esserne l'erede designato. Insomma, la Juve ha scelto il passaggio di testimone, e ancora una volta, l'ha fatto bene.