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La settimana scorsa ha partecipato alla premiazione con lo zero alla voce 'presenze in Serie A', ma è arrivato il momento dell'esordio. Allegri non si è nascosto: domani gioca Audero. Premio per un giovane che, per la Juve, ha 'sacrificato' la possibilità di giocare titolare altrove e ha accettato il non facile ruolo di terzo portiere. Non facile perché, nonostante allenarsi con gente come Buffon e Filippi aiuti sicuramente a crescere, giocare poco non è mai facile. Soprattutto per chi in carriera è stato abituato a giocare sempre. 

LA STORIA - Nato a Mataram, in Indonesia, il 18 gennaio 1997, Audero è comunque italianissimo. Alla Juve dal 2008, è legato ai colori bianconeri in maniera profonda. Non una bella notizia per la madre, tifosa del Toro, ma una volta che entri nel mondo Juve non puoi che diventare juventino. Bastano pochissimi giorni per non poter pensare di sostenere altra squadra. Figurarsi se si parla di dieci anni. Titolare in tutte le categorie giovanili, fino alla Primavera, ha un lungo percorso alle spalle anche con la Nazionale azzurra: dall'Under 15 all'Under 20. Non ha saltato una sola categoria. E dopo aver fatto vedere ottime cose in Primavera, è arrivato in prima squadra, diventando a pieno titolo il terzo portiere dopo l'addio di Rubinho. E il suo palmarés già recita: due scudetti, due Coppe Italia, una Supercoppa Italiana e una Supercoppa Primavera.

IL PROFILO - Che portiere à Audero? Negli anni in Primavera è stato spesso un valore aggiunto, capace di fare la differenza. Grande esperienza per la categoria, maturità acquisita poi anche con gli allenamenti in prima squadra, sa trasmettere sicurezza ai compagni e negli anni è stato protagonista di alcune partite che hanno lasciato davvero a bocca aperta. Riflessi eccezionali, posizionamento migliorato con gli anni e coraggio nelle uscite, che restano comunque uno dei fondamentali da perfezionare. Soprattutto quelle alte, perché in quelle basse ha mostrato spesso e sovente di saper chiudere molto bene lo specchio agli avversari nell'uno contro uno. Tutti i giudizi, ovviamente, sono legati alla Primavera: tra i grandi è ancora tutto da vedere e dimostrare. A cominciare proprio da Bologna.

IL RIVALE DI SEMPRE - Il nome di Audero non può che essere associato a quello di Alex Meret, portiere di proprietà dell'Udinese e reduce da una stagione alla Spal in Serie B. Lui è considerato il candidato numero uno per raccogliere l'eredità di Buffon e in tutto il corso della carriera di entrambi il dualismo è stato una costante. Soprattutto in Nazionale, con Zaccagno come terzo incomodo, spesso in gradi di imporsi. Dei classe '97, sono loro le tre punte di diamante della nostra Nazionale. Hanno preso percorsi diversi, con Meret che ha iniziato la sua corsa tra il professionismo, mentre Audero ha scelto la Juve e i sacrifici. Il futuro chissà dove li porterà. La bacheca di Emil è decisamente più ricca, ma ora vuole recuperare terreno.    

@Edosiddi