commenta
Manca soltanto l’ufficialità per sancire l’arrivo di Patrik Schick a Torino: affare fatto tra la Sampdoria e la Juve, che ancora una volta brucia le dirette concorrenti e si assicura uno degli attaccanti-rivelazione dell’ultima stagione. Eppure, se riavvolgiamo il nastro e torniamo a qualche mese fa, la situazione prospettata era ben diversa.

Il polverone comincia ad alzarsi a partire da Juventus-Sampdoria dello scorso 26 ottobre, sfida storicamente complicata per i bianconeri, che però liquidano senza problemi gli avversari con un netto 4-1. Una vittoria meritata, conquistata senza particolari recriminazioni da parte dei blucerchiati né episodi arbitrali di rilievo. Possibile? Nessun problema per i geniali anti-Juve, che per dare fuoco alle polveri puntano il dito contro il presunto turnover “folle” di Marco Giampaolo. Il reato commesso dal tecnico? Tenere in panchina la coppia d’attacco titolare Muriel-Quagliarella e lanciare dal primo minuto un tal Patrik Schick. Schierare un “bidone” ceco mai sentito nominare contro la prima della classe? Ma siamo pazzi?! Per la cronaca: in quella partita, l’unico gol della Sampdoria lo firmò proprio Schick, mettendo per qualche minuto in discussione il risultato finale con la zampata del momentaneo 2-1. Ad alimentare ulteriormente la sete di complotto dei tifosi “contro”, ci ha poi pensato lo stesso Giampaolo, la cui dichiarazione “avevo bisogno di forze fresche” è stata abilmente trasformata e divulgata come “ho scelto di non essere competitivo”. Le fake news come nuova frontiera dell’anti-juventinismo, roba da fantascienza.

Insomma, con Schick in campo Giampaolo decise di non essere competitivo. Poi però lo stesso Schick è finito nel mirino di mezza Europa, in primis dell’Inter, che prima di tutti aveva bussato alle porte della Sampdoria. Che paradosso: tutta questa fatica per uno che, a ottobre contro la Juve, è stato buttato in campo “per scansarsi”.