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Alberto Aquilani, ex giocatore di Roma, Juve, Milan, Fiorentina e per ultime Sassuolo e Pescara, vive la sua prima estate da svincolato, alla ricerca della soluzione migliore dopo la rescissione con il club abruzzese. 

Intanto, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport, rivela le proprie sensazioni sul prossimo campionato: "Per me la Juve resta la favorita, nonostante il KO in Supercoppa. Sei scudetti di fila non li vinci per caso, è mentalità. Il difficile non è arrivare al top, ma saperci restare a lungo. Anche se il divario si è ridotto. La zona Champions sarà serratissima. Ma gli scudetti non si vincono ad agosto".

ROMA, DI FRANCESCO - "C'è qualcuno che non crede in lui? È sbagliatissimo dare giudizi affrettati. Lui ha un modo di vedere il calcio particolare, i giocatori devono seguirlo. Ma una volta che assimili il suo sistema, vai da solo. E poi aggiungo: non è vero che non ha carattere. Anzi, per me è di grande personalità".

TOTTI DIRIGENTE - "La sua mancanza si farà sentire: in campo, nello spogliatoio, nell’ambiente. È la storia della Roma, ma può avere un futuro brillante anche in giacca e cravatta".

SEMPRE ALLA ROMA - "Se mi sarebbe piaciuto restare? Sono sempre stato un tifoso giallorosso, mi reputo fortunato ad aver giocato più di cento partite con la mia squadra del cuore, vincendo anche qualche trofeo. Ma nel calcio bisogna saper fare delle scelte, senza poi pentirsene. All’epoca la mia cessione servì al club. Ma nel calcio mai dire mai, la Roma è il mio cuore".

LAZIO - "Se mi chiamasse Inzaghi alla Lazio? Nonostante l’affetto e la stima che provo per Simone, non potrei mai andare. Davvero".

IN CAMPO - "Presto, spero molto presto. Avevo ancora due anni di contratto (con il Pescara), ma ho preferito così. Avessi voluto essere già in campo, l’avrei fatto. Ma meglio aspettare la squadra giusta, anche all’estero".