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Il lavoro della Commissione Antimafia non è ancora finito. Il polverone alzato dalle audizioni ad Agnelli è passato, ma la Commissione non ha certo concluso. E nel silenzio ha sentito anche altri presidenti: Enrico Preziosi, Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis, numeri uno di Genoa, Lazio e Napoli. Abbiamo contattato al termine delle audizioni, il senatore del Pd e membro della Commissione Stefano Esposito, che ci ha dato delucidazioni sullo stato attuale dei lavori e sulle parole degli altri presidenti. Individuando anche l'origine della differenza di clamore mediatico con le audizioni bianconere.

Buonasera senatore Esposito, ci sono state altre audizioni di presidenti di società di Serie A in Commissione Antimafia. Ci sono nuovi sviluppo?
"Abbiamo ascoltato De Laurentiis, Lotito e Preziosi sui temi di cui ci siamo occupati rispetto al calcio. È tutto pubblico, si può recuperare sul sito della commissione. Di fatto i tre ci hanno spiegato che loro non hanno rapporti con la tifoseria di nessun tipo: vanno allo stadio 5 minuti prima del fischio d'inizio e se ne vanno 5 minuti dopo la fine. Non tengono rapporti con nessun tifoso e vendono i biglietti regolarmente."

Dichiarazioni in linea con le aspettative?
"Tutti hanno manifestato la necessità di un rinnovamento delle norme contro il tifo violento, tutti mi pare condividano l'inutilità della tessera del tifoso e tutti ci hanno confermato che quei pochi rapporti che tengono loro con i tifosi sono mediati dalla polizia e dalla digos e che non possono intervenire in merito alla presenza di personaggi pregiudicati nelle  curve e men che meno possono sapere se un tifoso è camorrista, mafioso o 'ndranghetista. Ci aspettavamo questo tipo di dichiarazioni, personalmente potevo scriverle prima di sentirli. Agnelli dice di incontrare i tifosi, altri invece negano."

L'audizione di De Laurentiis, Preziosi e Lotito ha fatto molto meno clamore di quella di Andrea Agnelli: intorno alla Juventus scoppiò un vero e proprio caso. Come se lo spiega? 
"La Juventus è la più grande, importante e vincente squadra italiana. Tutte hanno un loro blasone, ma la Juve fa altro rumore. Non dimentichiamo poi che c'era in corso un'indagine della magistratura, un processo, e questo ha senz'altro influito. Chiaramente se in altre realtà non ci sono processi non significa che non ci siano reati. Poi è stato costruito, come ho detto già in tempo non sospetti, un circo mediatico che ha fatto passare la notizia della Juventus e Agnelli collusi con la 'ndrangheta. Non era vero chiaramente e col tempo quelle accuse non vere sono cadute."