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Nessuno lo ha visto ancora sciacquarsi la bocca, ma il paragone è già di quelli importanti: Antony Angileri come Leonardo Bonucci, confronto che pare subito irriverente ma che trova già diverse prove a suo sostegno. Di analoga, prima di tutto, c’è la destinazione: a 7 anni di distanza, un altro difensore di belle speranze approda alla Juventus. Età e bagaglio d’esperienza nettamente diversi, ma un’ambizione in comune che può condurre Angileri - come l’ex 19 bianconero - a scalare i vertici italiani ed europei.

CAPITANO - “Sai quando si intraprende una strada, sai l’inizio ma non sai cosa succederà nel tuo percorso…”. Questo l’incipit del messaggio di addio di Angileri al suo Palermo, il club che lo ha cresciuto per tre anni dopo l’esperienza nella squadra della sua città, Castelvetrano. Un provino decisivo gli apre le porte dell’esperienza in rosanero, un’avventura che lo porterà a guadagnarsi anche la convocazione in Nazionale, prima in Under 15 e poi in Under 16. Gli obiettivi sono già fissati in testa, nonostante la giovane età. “Tutti alle serate o magari a letto tardi, io invece vado a letto adesso perché domani devo correre”, spiega con spirito da veterano questo sedicenne dalle spalle larghe. All’interno del gruppo degli Azzurrini del c.t. Zoratto veste tutt’ora la fascia da capitano, ma il punto di arrivo è ancora lontano. All’orizzonte ci sono i colori bianconeri, quelli di una Juve che non ha esitato un secondo a prelevarlo dal Palermo battendo la concorrenza.

GOL E PARAGONI - Angileri arriva alla corte di Dal Canto in prestito con diritto di riscatto, in quella Primavera bianconera che non ha mai visto brillare Bonucci. Già, lo sguardo torna subito a Leonardo, che la medesima fascia da capitano la può sfoggiare da questa estate con la maglia del Milan. Il paragone nasce dalle parole del procuratore Pietro Dell’Orzo ed è stato via via fortificato dalla crescita esponenziale del castelvetranese. Difensore centrale, sì, ma anche mediano, vista la qualità palla al piede e la visione di gioco. E poi i gol, sempre pesanti: come quello con cui Antony ha risolto il test di lusso contro l’Ucraina lo scorso novembre. Stacco perentorio e palla in rete. No, non ha esultato sciacquandosi la bocca: per quello, forse, ci sarà tempo.

@mcarapex