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Da un capitano ad un allenatore, più di 18 anni dopo. Non c'è niente da fare Allegri, il "fantasma" di Conte dovrà portarselo dietro sempre, e non perchè ha preso il suo posto in panchina, o almeno non questa volta. Al centro dei ricordi c'è l'Olympiacos, c'è il 17 marzo 1999, c'è appunto Antonio Conte. La copertina di quel giorno, di quel quarto di finale di ritorno di Champions League, è tutta sua. Gol, semifinale e la pazza esultanza, con un dito messo davanti alla bocca a placare la gioia greca e di quel pubblico infuocato. Un eroe per tutti i tifosi. E Allegri? Chissà se anche lui farà così, chissà se metterà tutti in silenzio, ancora una volta, ma non davanti alle telecamere con un dito, bensì con una vittoria, nella stessa bolgia. Ci sarà lui in panchina, nè Conte, nè quel Mourinho che può battere, sempre con una vittoria... un doppio colpo, con un solo risultato.

CONTE - La Juve va in Grecia dopo il 2-1 dell'andata e trova un clima infuocato: lo Spiros Louis scuote, insulta, strepita e fa anche un po' paura. Atmosfera rovente, che si accende sempre di più dopo il gol qualificazione dei greci, arrivato al 12'. Ma a zittire tutti arriva lui, il capitano bianconero, a 5' da termine, con una zampata, più importante che mai. E le sue parole riecheggiano ancora: "A volte ti rendi conto che conta soltanto chi ti resta vicino. Per questo sono andato sotto la curva a dire ai tifosi greci di stare zitti: dopo il gol che valeva la semifinale dovevano rispettare la mia gioia e quella dei miei meravigliosi compagni. Era finita, lo sapevano anche loro che li avevo eliminati. Per quel che mi riguarda credo di aver risposto nella maniera migliore: gioco, risultati e gol. Sì, è stata la mia rivincita, avevo mille motivi per voler esplodere. Il mio gol lo divido con la squadra, nessuno di noi si è mai arreso, neppure quando abbiamo subito accuse e cattiverie. Dicevano che questo organico, composto da gente che aveva vinto tutto, era alla frutta. Sentirsi in discussione poteva far male. Ecco la risposta, dei miei compagni e mia, ora vediamo chi ha voglia di parlare ancora". 

MOURINHO - Lo Special One è irraggiungibile? No, per nulla. Anzi, ad Allegri basta ben poco per batterlo. Una vittoria, per prendersi la qualificazione alla fase successiva della Champions League, per l'ottava volta consecutiva. Proprio una in più del portoghese. 

Sì, in panchina ci sarà Allegri, in piedi di fronte al pubblico del Pireo. Ma non sarà solo: pur essendo a loro volta impegnati, infatti, anche Conte e Mourinho saranno lì, al suo fianco, come "fantasmi" da scacciare. In un solo modo.