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Massimiliano Allegri ha rilasciato una lunga e interessante intervista a Sky Sport durante la quale fa un excursus della propria carriera da calciatore ed allenatore approfondendo, soprattutto, i temi di oggi legati alla Juventus.

SPIRITO LIVORNESE  - “Qualche volta la capisono due giorni dopo, poi si abituano e capiscono. Ultimamente il calcio viene preso troppo sul serio e quindi far capire a tutti, dai calciatori a lo staff, che per raggiungere gli obiettivi bisogna stemperare la tensione aiuta molto.”

CALCIO GIOVANILE - "Nella categoria Allievi al Cuoiopelli volevo giocare e non essere aggregato alla prima squadra, mentre invece mi facevano allenare con la prima squadra e non giocavo mai. I ragazzini devono giocare e invece oggi il calcio da così tanta visibilità che perdono la realtà. I giovani devono giocare, se sei bravo poi torni su, ci sono giocatori che poi svernano. Già si perde tempo facendo il campionato primavera che è un campionato inutile, ci vorrebbero le seconde squadre. Ero svogliato da calciatore ma non da allenatore. Sono due mestieri diversi, le due cose non vanno di pari passo. Quando uno smette di giocare deve capire cosa vuol fare. Da giocatore mi allenato e decidevo. Nessuno ti regala nulla, se manca la testa per giocare a calcio vuol dire che ti manca un pezzo del corpo.”

GALEONE – “Nella vita devi avere la fortuna di trovare chi ti tira fuori quello che hai dentro. Io ho trovato Galeone. Non è stato il mio maestro tattico, con lui ho sempre parlato di giocatori, mai di numeri, ora il calcio è troppo tecnico invece è semplice. Basta passare bene la palla ed avere i giocatori più bravi.”

​BARZAGLI  - “E’ l’unico dei miei calciatori con cui ho giocato. Gli dissi che se voleva far carriera doveva fare il difensore, se voleva fare il mediano sarebbe dovuto andare in Lega Pro.”

MILAN - “Dissi a Berlusconi: ‘Se prende Ibra vinciamo lo scudetto’. Sono riconoscente a Galliani e Berlusconi che mi hanno dato una squadra di campioni anche se in età avanzata. Con loro abbiamo fatto una stagione eccezionale arrivammo in fondo con giocatori che stavano smettendo ma per me sono stati 4 anni meravigliosi. Il primo anno ho allenato calciatori che mi sarebbe piaciuto allenare 6/7 anni prima."

​IBRA  - “E’ un calciatore che sposta gli equilibri, ci sono giocatori come Dybala, Pjaca e Rugani diventeranno di grandissimo talento. Nesta è il miglior difensore in assoluto, è stato piacevole. Amo i giocatori di classe e temperamento ed il confronto con i campioni è bello perché se lo pungi nell’orgoglio reagisce.  Quando mi parlano di numeri divento matto. Dovremmo parlare subito di più di calciatori e giocate, non si esaltano mai le giocate dei campioni, in Italia si parla solo di arbitri e schemi.”

PRIMA TELEFONATA JUVE – “Stavo facendo il trasloco di mia figlia da Milano. Mi arrivò una chiamata strana, era un momento in cui sembrava fossi destinato alla nazionale. Alle cinque mi chiamano e mi dicono che il presidente mi voleva parlare, poi vidi un messaggio che diceva che Conte si era dimesso e allora capii.

CONTE – “Ero sereno perché credevo che quella squadra avesse tanto da dare soprattutto in Europa. Conte fece bene ma quello fu merito di tutti  a partire dalla società, difficile che un allenatore faccia tutto da solo. Ostilità? I tifosi erano giustamente legati a Conte perché lui aveva dato la possibilità di tornare a vincere ed io avevo fatto un’analisi lucida sulla squadra. Se credo che non avessero potuto fare bene non ci sarei andato.”

PRIMO ANNO – “In Champions la Juve veniva dall’eliminazione ai gironi. Abbiamo fatto un bel percorso e non è ancora finito. Siamo cresciuti in consapevolezza ed autostima ma questo ancora non basta.”

VIA TEVEZ, PIRLO E VIDAL – “Tevez e Pirlo hanno fatto una scelta, Vidal è stata un’occasione di mercato che la Juve con me ha deciso di sfruttare. L’anno dopo è stato diverso. Tutti e tre gli anni sono stati diversi. Il primo anno bisognava solo crescere in Europa senza stravolgere niente. Difesa a quattro? Bonucci, Barzagli e Chiellini sono i più forti in Europa e possono giocare come vogliono la dimostrazione è la finale del 2015 dove hanno giocato uomo contro uomo per 50 minuti.”

SECONDO ANNO – “Con dieci giocatori nuovi i senatori non si riconoscevano nello spogliatoio, ci voleva tempo e ripartire in modo diverso. La supercoppa in Cina raschiammo il barile. La cosa migliore che abbiamo fatto fu non guardare la classifica e scalarla piano piano. Abbiamo fatto una cosa incredibile vincendo il campionato.”

POST SASSUOLO – “Io nemmeno parlai, parlarono il presidente, Evra e Buffon, io non avevo bisogno di parlare, c’era da ricostruire e la squadra poteva vincere un tot di partite. Una volta dissi ai ragazzi che lo scudetto si poteva vincere, credevano avessi fatto uso di sostanze, bastava riprendere il cammino. Sorrido quanto sento i santoni che dicono fanno e che sanno poco di calcio giocato e sensazioni, credevano fossimo finiti, ma io mi diverto.”

DYBALA – “Non avevo chiesto Higuain, io do indicazioni e quell’anno dissi che dopo la finale di Champions bisognava migliorare. Dybala sarà uno dei migliori al mondo. Nelle giocate Dybala dà più nell’occhio, Pogba è straordinario perché ha fisicità e tecnica. Non ho fatto nulla per tentare di trattenere Pogba anche perché quando la società mi ha detto le cifre…”

QUESTA STAGIONE – “Togliere Higuain al Napoli e Pjanic alla Roma vuol dire indebolire le avversarie. Abbiamo fatto 91 punti con una finale di Champions e la terza Coppa Italia. I 50 minuti della finale con il Real non possono far pensare che abbiamo fatto una stagione normale.”

SARRI – “Accetto e sono felice che si dica che gioca meglio. Veder giocare le sue squadre è piacevole ma quando devi giocare con l’obbligo di vincere non sempre si può giocare bene ma io dico sempre che ci sono quelle 5-6 partite che devi vincere in maniera sporca, giocando male. Non tutta la stagione è uguale, ci sono momenti e momenti.”

CAMBIO MODULO  - “Rischiavamo di non vincere lo scudetto ed era già un po’ che lo sentivo. Dopo Firenze rimanemmo a quattro punti, entrare in un vertice negativo era un attimo. Avevamo bisogno di una svolta mentale e spaccare la stagione perché con quel modulo, quegli uomini non potevano dare di più.”

RABBIA A DOHA – “Una squadra come la Juve doveva giocare in maniera diversa a Doha, era un momento particolare ma non esiste giocare una partita del genere, specialmente nel secondo tempo. Perdere mi infastidisce molto. In fondo alla partita si possono fare due cose: gestione della palla o fase difensiva.”

BONUCCI PUNITO – “In quel momento li era giusto far così. A volte c’è bisogno di chiudere un occhio, altre vanno tenuti entrambi. Poi mi sono punito anche io, abbiamo sbagliato entrambi ma dovevano essere prese delle decisioni. Leo deve capire che lui è il futuro leader dello spogliatoio della Juventus.”

CHAMPIONS – “Una finale è una gara diversa da una andata e ritorno. Nel 180’ puoi pensare a gestire e quindi a livello tattico ti puoi prendere qualche vantaggio. In finale devi vincere e i campioni ti risolvono la partita. Morata? E’ un giocatore europeo, il Real ha vinto 12 Champions, hanno vinto più Champions loro che scudetti qualche squadra italiana. La Juve deve assestarsi a certi livelli ed essere abituata a giocare certe partite. Non abbiamo trovato il giusto equilibrio tra ottimismo e pessimismo? Può essere, il Real ci ha rispettato ma nella ripresa quando ha capito che eravamo acciaccati hanno spinto e poi la seconda rete è andata verso di loro. Questo fa capire cosa vuol dire giocare una finale. Loro sono stati bravi. C’è stata troppa depressione. I tifosi devono esser orgogliosi dei nostri risultati anche in Europa il prossimo anno ci riproveremo ed il prossimo anno possiamo riprovarci con consapevolezza e serenità, siamo tra le prime otto d’Europa per competere alla pari con le prime 4 dobbiamo migliorare la qualità del gioco. Quando smetteranno i vari Messi, Cristiano, Iniesta, Ramos le cose cambieranno, la cosa è ciclica ma i nostri tifosi devono esser orgogliosi. Avessi vinto la Champions non avrei mollato, era più facile andarmene in caso di sconfitta sono convinto che faremo un’altra grande stagione, vogliamo vincere tutto.”

BUFFON - “Buffon deve pensare a fare una grande stagione, non ha tempo di pensare al futuro. La Champions per lui coronerebbe una carriera straordinaria, quella del portiere più forte del mondo.”

LA MIGLIOR E LA PEGGIOR PARTITA – “Vincere lo scudetto contro la Roma avrebbe potuto compromettere la finale di Coppa Italia. La partita perfetta? A Dortmund, la migliore che abbiamo fatto. Sul piano tattico quella di Barcellona, anche meglio del 3 a 0. La peggior burrasca? Il primo tempo con il Bayern in casa, poi siamo stati bravi nel secondo tempo.”