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Nel mondo a strisce bianconere regna la confusione. Il senso della parola intende una riunione di elementi che si mescolano in modo errato o senza un preciso ordine. Tutto raffazzonato, casuale, improvvisato. 

Non serve la consultazione del vocabolario, è sufficiente uno sguardo a 360° sulle ultime vicende juventine per averne un'esatta misura. Da tempo immemorabile non si palesava un momento così delicato, nel quale augurarsi di trovare il pertugio di uscita il più presto possibile. In effetti anche la partenza al rallentatore di 3 anni fa, determinata da ambientamenti e rimescolamenti di spogliatoio, pareva troppo strana per essere vera. Sappiamo tutti come la soluzione fu trovata per una scintilla che rischiarò il cammino. E fu un cammino trionfale.

Oggi come oggi la scintilla tarda a venire, la nebbia cala sui campi di Vinovo e sembra quasi che si navighi a vista. Non mi si venga a dire che i nuovi arrivati non siano di valore, ma stanno faticando ad inserirsi. Douglas Costa non appare sereno, Bernardeschi va in cerca della posizione, De Sciglio dimostra doti discrete, ma ad intermittenza. Hoewedes non pervenuto, Matuidi vorrebbe continuità, ma viene usato col contagocce. A Bentancur non si può certo chiedere di caricarsi la squadra sulle spalle, oppure anche sì. 

E parte la ridda dei numeri: 3-5-2, 4-2-3-1, 4-3-3. Non bastasse c'è anche l'albero di Natale e l'annosa diatriba se giocare a 2 o a 3 in mezzo al campo. Penso che mister Allegri abbia le idee chiare, ma non ne dà mai la netta sensazione ed i dubbi si fanno strada. Se andasse in confusione anche lui, sarebbe la fine. A proposito, è sempre valida la tradizione che vede vincente la squadra meno perforata o da quest'anno si ribalta il credo? Eccezione o confusione?

I tifosi non sono immuni. Dopo avere invocato la panchina per Mandzukic, apparso appannato e fuori condizione, ecco che Marione ricompare in uno striscione che copre gran parte della curva sud, pur sapendo con largo anticipo della sua assenza. Come se si invocasse il “guerriero”, momentaneamente in cella di punizione. Confusione allo stato puro o mancanza di comunicazione, dopo le note avventure processuali, tra società e tifoseria? Sta di fatto che quel drappone appariva grottesco, evocativo, sardonico.

Pure i giudizi degli addetti ai lavori non sono univoci. I voti delle pagelle oscillano da un giornale all'altro e spesso viene da chiedersi se la partita in esame è la stessa. C'è confusione (o piuttosto incoerenza) tra i supporters che un giorno vogliono Tizio e l'altro non più, a favore di un compagno che il giorno prima era caduto in disgrazia.

La confusione rischia di appannare le valutazioni tecniche, di minare le certezze dei protagonisti, di levare l'entusiasmo a chi fa il mestiere del “sostenitore”, altrimenti detto “tifoso”. Attenzione: sostenitore, non detrattore; confusione a secchiate.

Sia Allegri a dare un segnale: un modulo finalmente stabile ed interpretato da 11 titolari, per stabilire le gerarchie in seno alla truppa, prima che sia troppo tardi e nel mentre che la Juventus è ancora in corsa per tutti gli obbiettivi. E' l'ora delle scelte definitive, per la salute mentale dell'ambiente, per non lasciare incompiuta la costruzione di un'altra stagione da tramandare ai posteri. Fino alla fine, lontana come la somma di inverno e primavera messi assieme.