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In casa Juve c'è un problema: Higuain non segna più. O almeno, non più come le ultime due stagioni. Il 2015/16 e il 2016/17, infatti, si erano aperti con 4 gol nelle prime 5 partite, mentre ora è fermo a 2. Meglio della seconda stagione a Napoli, dicono i numeri, ma comunque una media insolita per uno come lui. Il gol è però solo la fase finale di questo problema, che ha grosse componenti mentali e di atteggiamento nei suoi riflessi più evidenti. Il Pipita sembra spento, assopito in attesa di un improvviso risveglio che senza dubbio arriverà, anche se non si sa quando. E anche Massimiliano Allegri, al di là delle parole in conferenza, con cui sottolinea sempre la tranquillità (ma non serenità) di Higuain, l'ha capito. Tanto che, questa sera, contro il Torino giocherà per lui. Ecco come.

IL MODULO - E' l'11 bianconero ad indicare chiaramente la scelta dell'allenatore livornese. Allegri non rinuncia mai a Mario Mandzukic, che per carisma e grinta è secondo a pochi, forse nessuno (e infatti è sempre in ballottaggio), ma questa volta sembra volerlo far accomodare in panchina. In campo ci saranno due esterni di ruolo, Douglas Costa e Cuadrado, che insieme hanno giocato appena 12', e che hanno caratteristiche decisamente diverse dal croato. Più battagliero e accentratore, oltre che giocatore da area di rigore Mandzukic, più brevilinei e al servizio dei compagni i sudamericani. Uomini da assist, esterni da cross velenosi, schierati sulla propria fascia di competenza... in sostanza, addetti ai rifornimenti per la punta centrale, proprio Higuain. Allegri sceglie una soluzione meno "ingombrante" da affiancare al Pipita, due fantasiosi - più il genio di Dybala - al servizio della sua punta, perchè al di là delle parole Allegri ha bisogno di Higuain, della sua serenità, dei suoi gol.