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Alla Juve dal 1997 al 2008. Undici anni, passando dalle stelle alle stalle della Serie B. Veterano e bandiera in mezzo a campioni da copertina. Alessandro Birindelli le copertine se le prendeva poco, limitava al minimo le giocate ad effetto, ma era tremendamente efficace e affidabile e nel segno della serietà ha costruito una carriera meravigliosa nella squadra che tutti sognano. E ha messo il suo faccione e il suo marchio in imprese epiche, come ad esempio l'eliminazione del Barcellona nel 2003. La firmò Zalayeta, ma il cross fu targato Birindelli. Che faceva meno effetto di Del Piero, Ibra, Vieira, Nedved, Thuram e tutti i grandi nomi passati alla Juve in quegli anni, ma era sempre lì, a vedere i tempi cambiare. A leggerli e poi farsi trovare di nuovo pronto.

Tra l'altro, non era certo un bomber, ma ha realizzato uno dei gol più belli della storia della Juventus. Contro il Deportivo La Coruna, con un tiro di rara potenza, bellezza e precisione. Un lampo da parte del gregario, che però ha fatto la storia. Incarnando in pieno lo stile Juve, che ha poi conservato anche ora che allena. Attualmente è il mister dell'Under 17 dell'Empoli, ma quando guidava gli Esordienti del Pisa ritirò la squadra per protesta contro due papà che litigavano in tribuna. Il tentativo di dare una lezione da parte di chi è riuscito a essere campione tra i campioni pur con meno talento di loro. Impossibile, senza un cuore da fuoriclasse.

@Edosiddi