Per scelta di Agnelli e di Marotta, la Juve nell'ultimo anno ha sostenuto Tavecchio, in cambio della 'testa' di Lotito e del via libera alla candidatura (vincente) di Agnelli alla presidenza dell'Eca, oltre a modeste promesse sulla creazione delle squadre B e la riforma dei campionati. Sullo sfondo, sempre e comunque, il risarcimento di 443 milioni chiesto dal club bianconero alla federazione per Calciopoli (sul quale, per ora, tutte le sentenze sono state sfavorevoli alla Juve).
A livello politico, cosa ci ha guadagnato finora Juventus, se mettiamo sul piatto della bilancia anche la durezza delle richieste della Procura della Figc nel caso biglietti-ultras (poi parzialmente smontate dalla sentenza di primo grado)?
La risposta è evidente: poco e nulla, se non l'imbarazzo attuale di trovarsi ora, paradossalmente, dalla parte dell'uomo più detestato d'Italia (dopo Ventura), quel Tavecchio di cui tutto il Paese chiede la testa. E che proprio la Juve aveva osteggiato per prima.
Facciano una cosa, Agnelli e Marotta, entro lunedì (giorno di un delicatissimo e decisivo Consiglio federale): mollino pubblicamente Tavecchio, magari proponendosi per prenderne il posto.
Sarebbe un vantaggio per tutti, compresa la Juve.