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Che errore strategico che ha fatto la Juventus a sostenere Carlo Tavecchio! Già, perché il presidente della Figc, 'creatura' di Carraro, Galliani e Lotito (il trio Ca.Ga.Lo, come è stato ironicamente definito da Roberto Beccantini), è stato poi appoggiato anche dai bianconeri, una volta che Galliani é uscito di scena e che fra Lotito e l'uomo delle gaffes il rapporto si è guastato (sono volate parole grosse, tipo: "Sei il colera del calcio"). 

Per scelta di Agnelli e di Marotta, la Juve nell'ultimo anno ha sostenuto Tavecchio, in cambio della 'testa' di Lotito e del via libera alla candidatura (vincente) di Agnelli alla presidenza dell'Eca, oltre a modeste promesse sulla creazione delle squadre B e la riforma dei campionati. Sullo sfondo, sempre e comunque, il risarcimento di 443 milioni chiesto dal club bianconero alla federazione per Calciopoli (sul quale, per ora, tutte le sentenze sono state sfavorevoli alla Juve). 

A livello politico, cosa ci ha guadagnato finora Juventus, se mettiamo sul piatto della bilancia anche la durezza delle richieste della Procura della Figc nel caso biglietti-ultras (poi parzialmente smontate dalla sentenza di primo grado)? 

La risposta è evidente: poco e nulla, se non l'imbarazzo attuale di trovarsi ora, paradossalmente, dalla parte dell'uomo più detestato d'Italia (dopo Ventura), quel Tavecchio di cui tutto il Paese chiede la testa. E che proprio la Juve aveva osteggiato per prima.  

Facciano una cosa, Agnelli e Marotta, entro lunedì (giorno di un delicatissimo e decisivo Consiglio federale): mollino pubblicamente Tavecchio, magari proponendosi per prenderne il posto. 

Sarebbe un vantaggio per tutti, compresa la Juve.