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Roberto Calenda, agente di Keita Balde, ha parlato ai microfoni de Il Corriere dello Sport facendo il punto sulla situazione del suo assistito. "Non c’è mai stata un’offerta durante questi due anni per il rinnovo, nell’ultima settimana c’è stato un goffo tentativo di Lotito di trattare. E’ stato ipotizzato uno stipendio che rientra nei parametri Lazio, quindi basso, ma con una clausola rescissoria da top player. E’ questo che non funziona: Keita è ipervalutato solo per fare cassa. Se per la Lazio Keita vale come un giocatore top, allora deve dargli anche uno stipendio da giocatore top. Ma per la società Keita è solo una “cosa” da vendere.

JUVE -  "Con loro non c'è assolutamente nessun accordo. Un anno di voci e notizie false per metterci in cattiva luce, è intollerabile. Noi siamo stati chiari. La Lazio, invece, no. Non è mai stato indicato un programma su Keita, tanto è vero che anche in questa stagione ha giocato ad intermittenza. La Lazio ha legittimamente compiuto una scelta: non ha lavorato sul rinnovo. Keita da tempo è sul mercato, ma la Lazio non mi ha mai comunicato offerte formulate da altri club. Leggo di 3 o 4 offerte rifiutate, ma non è vero. In tanti anni di calcio non mi era mai capitato. Sicuramente ci sono state richieste della Lazio fuori mercato, considerato che tra un anno scade il contratto.

QUANTO COSTA - "La società è legittimata a chiedere qualsiasi cifra, ma è necessario poi che ognuno si assuma le responsabilità se poi la cessione non si realizza. Ricordo che per fare un contratto bisogna essere tutti d’accordo e disponibili al dialogo.  Ci hanno comunicato di avere fatto un accordo con il Milan. Noi ne abbiamo preso atto. Il Milan è sempre il Milan, ma vogliamo capire in questo momento qual è l’entità del loro progetto. Noi non abbiamo preso in considerazione l’idea di andare via a parametro zero o di danneggiare la Lazio.

VIA DALLA LAZIO - "A questo punto, però, bisogna rendersi conto che la cessione è la soluzione migliore per tutti. Ovviamente, pensiamo ad una cessione che soddisfi tutte le parti. Non siamo disposti ad accettare imposizioni o ad essere “messi all’angolo” o, ancora peggio, a subire ritorsioni che sarebbero immediatamente denunciate alle autorità competenti. La volontà del ragazzo non può essere coartata, ipotizzando scenari apocalittici".