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C’è una buona fetta di Torino che martedì sera tiferà Barcellona. Non ci riferiamo ai supporters granata, che al netto del ranking Uefa difficilmente incroceranno le dita per una vittoria della Juventus nella gara di andata dei quarti di finale di Champions League. All’ombra della Mole l’amore per i colori blaugrana è anzi più marcato di quanto non si possa pensare. Il centro nevralgico è il Barça Club ufficiale del capoluogo piemontese o, per dirlo alla catalana, la Penya Barcelonista de Turin. IlBiancoNero.com ha avuto occasione di scambiare quattro chiacchiere con il suo presidente Vittorio Pegone, già carico per il big match europeo.

TORINESI E BLAUGRANA - “L’idea di fondare un club di tifosi del Barcellona è nata nel 2010, ero io insieme a quattro amici”, spiega il tifoso numero uno del Barça a Torino: “La società chiede di essere iscritti al registro delle associazioni, così abbiamo rispettato tutti i requisiti burocratici e siamo diventati un club ufficiale”. Ma da dove deriva questa passione per i campioni di Spagna, in un territorio comunque lontano dalle atmosfere della Liga e dove, nella maggior parte dei casi, l’attaccamento alla squadra del cuore viene trasmesso di padre in figlio? “Penso che vi sia una bella differenza generazionale, oggi i ragazzini non trovano più le barriere di una volta. Un tempo il tifo era legato alle rispettive città, oggi questi muri non esistono più. Noi ad esempio abbiamo soci di 10 anni, torinesi, che tifano soltanto per il Barcellona”. E, proiettandosi verso la sfida di martedì, Vittorio confessa: “La Juve ai quarti? Non è stato il sorteggio migliore possibile. I bianconeri sono una squadra mai banale, sarà una partita molto tattica contro un avversario che non ti affronta a viso aperto. Poi per noi significa lavoro extra, perché è tradizione che il club della città ospitante organizzi il ricevimento dei tifosi che vengono in trasferta: e ne arriveranno circa 2000. Lunedì si terrà una cena ufficiale per tutti i club blaugrana d’Italia, poi dalle 14 in poi saremo sparsi in diversi pub e locali del centro di Torino”.

ALLEGRI E IL BARCELLONA - Sulla stagione attuale del Barça, dalla Penya di Torino non hanno dubbi: “Ci dispiace che Luis Enrique lasci la panchina a fine stagione. Il Barcellona in questo senso è un tritacarne addirittura più grande della Juventus. Anche chi vince rischia di essere sbattuto fuori, c’è una grande pressione. Basti pensare che venti anni fa Bobby Robson vinse tutto tranne il campionato e venne comunque criticato per il gioco troppo difensivista. Come futuro allenatore non sarebbe male Emery, ma le indicazioni vanno tutte nella direzione di Valverde”. E Massimiliano Allegri, un altro dei profili presi in considerazione dalla dirigenza blaugrana? “Non sarebbe adatto, neppure ai tempi del Milan ricordo un gioco particolarmente spettacolare. E chi va al Barcellona deve adattarsi alla filosofia del club”. Intanto il tecnico livornese dovrà affrontare per la settima volta in altrettante stagioni la corazzata di Messi e compagni. Vietato però fare pronostici: “Non si può dire come finirà martedì, per noi sarà difficile soprattutto all’andata. Ho visto uno spezzone dell’ultimo Napoli-Juve e penso che i bianconeri partiranno subito forte, per poi magari chiudersi in difesa. Dipenderà comunque da molti fattori”. L'effetto Stadium, il campo, la fame degli avversari. E l'anima della città di Torino, che tra due giorni si colorerà di bianconero... ma anche di blaugrana. 


@mcarapex