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Se vi è capitato ogni tanto di guardare l’Inter di Inzaghi al di là degli scontri diretti con la Juventus, presto vi troverete d’accordo con quanto sto per scrivere. E tra le tante differenze che si possono sviscerare dal confronto inevitabile, ce n’è una tanto evidente quanto dolorosa per il tifoso bianconero: il feeling d’oro tra Lautaro e Thuram e quello di plastica tra Chiesa e Vlahovic.

L’invidia che si prova è acuita dal dover assistere, sponda Juve, a certi tristi teatrini. Non alludo ma cito direttamente l’espulsione insensata di Vlahovic contro il Genoa, l’episodio dell’incomprensione tra Dusan e Federico nel primo tempo, nonché lo squallore del dato sui passaggi (4 associazioni in tutto tra le due punte bianconere negli ultimi 59 minuti di coesistenza). No, la causa non può essere solo la posizione di Chiesa. Questa tesi riduce la portata del problema e in un certo senso è fuorviante.

Nel calcio relazionale di oggi, la Juve di Allegri è anacronistica perché fa leva su una coppia di attaccanti che divorzia continuamente. Si ignorano per tutto il tempo e poi si stupiscono della mancata intesa nel momento cruciale, in cui è inevitabile collaborare. Allora sbagliano e si girano dall’altra parte stizziti. Analizziamo il caso più eclatante nella gallery dedicata.

  

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