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"Sono nata in porta" esordisce così Roberta Aprile, che dai pali sembra non abbia proprio intenzione di uscire. Classe 2000 è alla Juventus Women da tre stagioni ed ha raccolto la maglia numero 1 lasciata in eredità da Laura Giuliani. Le difficoltà e le particolarità del ruolo dell'estremo difensore, gli aspetti su cui lavorare e quella chiamata della Juventus Women che le ha permesso anche di riavvicinarsi alla sorella Giorgia. Questo e molto altro nell'intervista che segue. (Montaggio video a cura di Andrea Menon)


JUVENTUS WOMEN, INTERVISTA A ROBERTA APRILE 




INIZI- “Ho iniziato nel Siracusa calcio, giocavo con i maschi. Sono nata in un campo da calcio, da piccola papà è un preparatore dei portieri, da subito mi ha portata in campo. Abbiamo dei video di quanto avevo tre anni e mi insegnava come andare a terra”.

PAPA PREPARATORE- “Mi ha aiutata tantissimo, analizziamo partite e allenamenti anche di altre squadre. Ci diciamo le nostre idee, mi ha aiutato a capire il ruolo, il portiere non è un ruolo semplice. Mi ha insegnato quanto è importante la mente in questo ruolo. Non mi sono mai vista in altri ruoli, mi piacerebbe provare ma torno sempre in porta”. 

CHIAMATA JUVENTUS- “Ero con la Nazionale, in stanza, mi ha chiamata la mia procuratrice e mi ha parlato di un’interesse della Juventus, ho detto subito di sì. Poi mi ha chiamata Giuseppe Mammoliti il preparatore dei portieri e mi ha detto di farmi trovare pronta che mi aspettava”.

FIRMA JUVENTUS- “Sono andata a fare le visite, arrivata a Torino ero sulle nuvole non ci credevo. Arrivata al JMedical c’erano i fotografi, per me era tutto nuovo. Sono poi andata dal direttore Braghin a firmare il contratto ed ero felicissima. Entrare nel mondo della Juve con tutto questo a disposizione è impressionante, ancora adesso resto a bocca aperta”. 

MAGLIA NUMERO 1- “Una maglia speciale. Quando sono arrivata non ho scelto, il direttore Braghin mi ha detto che avrei preso la maglia numero 1. Ero stupita, ma indossarla è un’emozione indescrivibile perché l’ha avuta Gigi Buffon che per me è stato un portiere fortissimo, uno dei miei idoli insieme a mio papà e Donnarumma”. 

JUVENTUS- “Ho imparato tanto. Come stare fuori con questa maglia, l’importanza di essere un’atleta fuori dal campo anche sotto il punto di vista del riposo, in campo dal punto di vista mentale e tecnico. Piano piano sto affinando la mia tecnica. Indossare questa maglia significa tante cose, è un’emozione forte. La Juve in italia ha una grande trascorso, ha fatto tanto sia nel maschile che nel femminile, negli ultimi anni ha vinto quasi tutto”. 

SOGNI E OBIETTIVI- “Chiudere bene la stagione, poi si vedrà. Un sogno? Diventare il primo portiere della Juventus”. 

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